di Paola Olivieri, L’Altro Benessere
Gli oli essenziali possono essere un valido aiuto contro piccoli malesseri quotidiani.I loro meccanismi d’azione legati alle attività terapeutiche che possiedono sonomolteplici e articolati. I composti odorosi delle piante aromatiche influenzano tutti i sistemi organici,potenziano le loro funzioni vitali e producono effetti somatopsichici che siripercuotono beneficamente sul tono dell’umore e sulle emozioni.
Ogni molecola aromatica possiede una dose specifica di vibrazione comparabile a quella della luce e del suono che viene percepita dalle terminazioni nervose delle cellule olfattive.
Lo stimolo odoroso viene convertito dai chemiorecettori in impulso elettrico che, confluendo nel nervo olfattivo, stimola i centri dell’olfatto del talamo, del bulbo e del telencefalo. E’ attraverso questo meccanismo, che una particolare aroma condiziona il nostro umore facendo sì, ad esempio, che l’odore di lavanda ci rassereni e che l’aroma divaniglia sprigionato dalla cottura di dolci ci faccia venire l’acquolina in bocca.
Gli oli essenziali sono sostanze molto pregiate che vengono ricavate quasi esclusivamente da organismi di origine vegetale (raramente da secrezioni animali) mediante spremitura, distillazione, estrazione con solventi, enfleurage.
Una volta ricavata, l’essenza è, da un punto di vista chimico, un insieme di composti organici come idrocarburi, aldeidi, chetoni, terpeni, fenoli e molti altri.
Un olio essenziale come quello di eucalipto è formato da 250 componenti ed è per questo difficile riprodurre per via sintetica un’essenza così complessa. Se pensiamo a questo e al fatto che per ricavare ad es. ½ lt di olio essenziale di lavanda sono necessari circa 70 kg. di fiori, possiamo comprendere quanto sia laboriosa e costosa l’estrazione di essenze.
Poiché in commercio si trovano oli essenziali adulterati è meglio diffidare di prodotti dal costo basso e dalla provenienza incerta. In aromaterapia non è concepibile l’impiego di oli essenziali di produzione industriale e di sintesi chimica perché l’efficacia del prodotto sarebbe compromessa.

Mint oil in a bottle and fresh leaves
CRITERI PER DEFINIRE UN OLIO ESSENZIALE:
-Metodo di coltivazione (biologico, spontaneo…)
-Metodo di estrazione
-Nome botanico, genere, specie
-Organo della pianta da cui è stato estratto l’olio essenziale (radice,frutti,fiori…)
-Specificità biochimica
-Origine geografica
-Identificazione (numero di lotto, data di produzione, scadenza…)
Testimonianze sull’uso degli oli essenziali compaiono fin da tempi antichi. Gli Egizi, abili nell’uso di piante aromatiche, li utilizzavano ad esempio per la loro azione antisettica nella procedura di mummificazione.
Il termine e la branca della fitoterapia detta “aromaterapia”, è però piuttosto recente. E’ nel 1928 che il chimico francese Renè Maurice Gattefossè inventò questo termine e diffuse l’impiego degli oli essenziali in ambito terapeutico e cosmetico.
L’applicazione delle essenze avviene solitamente tramite impacchi, inalazioni, bagni, massaggi. Meno conosciuto è l’uso degli oli essenziali per via interna. Nonostante questo impiego possa essere un alleato prezioso per la salute è in questo caso raccomandata la somministrazione solo nell’ambito di una terapia medica.
Data la concentrazione ed in alcuni casi la tossicità degli oli essenziali, questi possono diventare potenzialmente dannosi se non impiegati nel modo corretto.
Ricordiamoci quindi che, per questo motivo e per la loro alta penetrabilità, gli oli essenziali anche utilizzati per via epidermica devono essere sempre diluiti.
Solitamente come base si utilizzano Oli vegetali di prima spremitura a freddo (mandorle, sesamo, germe di grano, jojoba – ottimo anche per i capelli).
La percentuale di oli essenziale per un olio profumato è del 3-5% per il trattamento di disturbi di natura fisica e dell’1-2% per disturbi di natura emozionale.