preparazione dell’orto in trazione animale
di Marco Spinello
E’ arrivata la Primavera ed è tempo di pensare all’orto e alle semine.
Gli agricoltori che lavorano in trazione animale hanno già preparato animali e finimenti,gli attrezzi a bordo campo aspettano solo di essere attaccati.
Prima di cominciare il lavoro, gli animali vengono “vestiti” con collana e porta-tirelle,la collana deve essere di misura,in buone condizioni di manutenzione e leggera,meglio se di fattura moderna.
Il porta-tirelle può essere sostituito dalla braga del basto che ormai riposa in selleria dopo il lavoro invernale di trasporto.
Quando la terra sarà sufficientemente asciutta attaccheremo l’animale agli attrezzi utilizzando delle tirelle di catena lunghe un paio di metri ed entreremo in campo scegliendo come prima lavorazione la ripuntatura che sostituisce l’aratura (pratica ,quest’ultima, nefasta rispetto alla stratificazione del suolo agrario e che richiede una potenza spropositata ai nostri animali).
La ripuntatura viene effettuata con un ripuntatore costituito da un dente metallico che ha la funzione di tagliare verticalmente il terreno fino a profondità di 15-20 centimetri portando porosità ed aprendo la via agli atrezzi che seguiranno.
Una buona sarchiatura porterà in superficie le infestanti sradicandole con le sue lame orizzontali e una successiva erpicatura con un erpice a denti vibranti rastrellerà le erbacce portandole a bordo campo ed allo stesso tempo sminuzzerà il terreno rendendolo pronto per le semine ed i trapianti.
Un animale di 300 Kg compirà il lavoro senza fatica tirando attrezzi che pesano circa 30 Kg e mantenendo una velocità di lavoro di circa 4 Km orari.
Effettueremo più passaggi alternando le tre lavorazioni finché giudicheremo pronto il letto di semina.
Potremo decidere di seminare con terreno piano oppure in baulatura realizzando una serie di prose (cumuli di terra lunghe quanto l’appezzamento,separate tra loro da un solco e distanti fra loro 60 cm) seminando sul loro culmo.
I vantaggi della baulatura a prose sono numerosi e vanno dagli effetti di conservazione dell’umidità in tempi di siccità al ruscellamento rapido delle acque durante i forti temporali estivi evitando marcescenze delle radici,ma non solo:
la terra coltivata in prose si scalda prima a fine inverno e rimane fresca in estate,lo sviluppo delle infestanti si concentra nei solchi facilitando le operazioni di diserbo meccanico,rende possibile la coltivazione delle tuberose in terre a scheletro prevalente (piene di sassi e pietre) e aumenta di molto la superficie coltivata nel nostro appezzamento.
Se volete saperne di più, venitemi a trovare: sarò felice di mostrarvi tutti i pregi di una coltivazione senza fatica e senza petrolio.
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