Un mondo migliore è possibile….partiamo da quello che mettiamo nel piatto!

di Dealma Franceschetti – Blogger de “La Via Macrobiotica”

 

foto-per-dealma

Il politico e gastronomo francese Anthelme Brillat-Savarin, vissuto a cavallo tra il 700 e l’800, ha scritto “Il destino delle nazioni dipende da cosa e da come mangiano i loro cittadini”

Oggi, in occidente non siamo più abituati a collegare il cibo a stati emotivi e mentali o alla relazione con il destino del pianeta o addirittura la politica, ma l’effetto è davvero considerevole.

Del resto ormai sappiamo che il corpo e la mente sono connessi, quindi dovremmo recuperare questa consapevolezza che potrebbe aiutarci a vivere meglio, non solo dal punto di vista fisico, ma anche emotivo e mentale e aiutarci a relazionarci in modo più sereno con il prossimo.

In generale un’alimentazione più attenta, che eviti il cibo spazzatura e privilegi cibi naturali e biologici, ha già un effetto positivo, ma c’è di più…

Il cibo può modificare in meglio o in peggio il nostro modo di vedere il mondo e di relazionarci con il prossimo. Può aiutarci ad aprire la mente, a sviluppare l’empatia e l’ascolto, oppure può chiuderci in noi stessi, creando rabbia, malumore, nervosismo, intolleranza.

Dal punto di vista della macrobiotica tutti i cibi che creano tensione e appesantiscono il fegato hanno un effetto negativo sulle emozioni, favorendo aggressività, nervosismo, intransigenza.

Quali sono questi cibi? Salumi, carne, uova, formaggi stagionati, prodotti da forno.

Sentimenti come la tristezza, la depressione o l’ansia, sono spesso legati all’uso eccessivo di zuccheri raffinati, farine raffinate, alcol.

Un’alimentazione che privilegia i cereali integrali sotto forma di chicco, i legumi e le verdure di stagione, favorisce un buon equilibrio mentale ed emotivo, favorendo la calma, la pazienza, l’ascolto, la tolleranza. Ma ci sono anche altri aspetti da considerare…

Cambiare alimentazione, in particolare alleggerendola del cibo animale, è utile per tutti, non solo per noi stessi, perché le nostre scelte alimentari incidono profondamente sul pianeta e su tutti i suoi abitanti, umani e animali. Produrre cibo animale ha un costo elevatissimo sia per il pianeta, sia per le persone che vivono nei paesi sottosviluppati o in via di sviluppo.

Produrre carne, uova, latticini consuma risorse preziose come acqua, petrolio, terra, cereali, legumi e inquina l’aria, l’acqua, il suolo.

Nel libro “Ecocidio” del 1992, Jeremy Rifkin scrive: «I giganti dell’agrobusiness si accaparrano le terre migliori del Terzo Mondo per produrvi derrate di lusso destinate all’esportazione, anziché coltivarvi derrate alimentari a uso locale. […] Attualmente, il nostro pianeta è popolato da ben oltre un miliardo di bovini. Quest’immensa mandria occupa, direttamente o indirettamente, il ventiquattro per cento della superficie terrestre e consuma una quantità di cereali sufficiente a sfamare centinaia di milioni di persone. […] Negli ultimi dieci anni la popolazione bovina mondiale è aumentata del cinque per cento».

Un’alimentazione più consapevole aiuta le persone a riflettere, ad accorgersi del collegamento tra il cibo e il resto del mondo, ma anche tra il cibo e il nostro modo di pensare e di relazionarci.

Invito tutti a sperimentare personalmente. Cucinare per credere!

 

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