Natale 2016 – In un cesto ci entra tutto il mondo

di Paolo Fiscelli, Coop. della Rava e della Fava

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ASTI

Per il Natale 2016 nei tre punti vendita della Cooperativa Della Rava e Della Fava anche quest’anno sono arrivati centinaia di cesti  artigianali in fibre naturali  made  in Bangladesh  certificati fair trade.
E anche quest’anno il cesto sarà il confezionamento più gettonato e richiesto dai nostri soci e dai nostri clienti.
Un cesto-dono che potrà contenere il mondo intero a prezzi veramente per tutte le tasche!

Alcuni esempi.

Cesto Produzioni Locali

Una selezione dei prodotti più sfiziosi e gustosi della tradizione alimentare locale, realizzati dai nostri piccoli produttori locali che da anni lavorano sul nostro territorio per salvaguardare saperi e sapori.

Cesto Commercio Equo e Solidale

Dalla colazione alle spezie, dal cioccolato al tè…un vastissimo assortimento di prodotti alimentari che portano con sé il gusto della terra di provenienza, nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente.

Cesto dell’Economia Sociale

Produzioni dal forte sapore sociale e di inclusione: dall’economia carceraria alle numerose cooperative artigianali ed agricole sociali.
Cesto Libera Terra

Confezionato con i prodotti provenienti dai terreni confiscati alle mafie. Un regalo dal gusto di giustizia e riscatto sociale.
Il confezionamento potrà essere anche  autogestito da chi acquista : noi forniremo gratuitamente tutto il necessario per il vostro confezionamento personalizzato.

La bottega Altromercato di Via Cavour 83 è pronta ad accogliervi per le imminenti festività con un assortimento equo-solidale che punta tantissimo sull’artigianato.

Come da tradizione un’ampia scelta di presepi e natività soprattutto di maestri  artigiani ed artisti peruviani che ogni anno realizzano soggetti diversi con una creatività ed un originalità sorprendente.
Tantissimi addobbi natalizi in fibre 100% naturali e vegetali per l’albero e la casa.

Un’ampia scelta di oggetti utili per la casa e la persona che diventano doni ad alta dignità per chi li ha realizzati.

E naturalmente non mancherà l’abbigliamento altromercato con i diversi accessori.

Scegliere un dono altromercato per sostenere un artigianato autentico che dà lavoro a migliaia di famiglie nei paesi più poveri del pianeta.
I PRODOTTI DELLA TRADIZIONE
E non mancheranno i dolci natalizi : panettoni, pandori, torroni, tartufi, cioccolato di numerosi laboratori artigiani biologici che da anni lavorano per una produzione di qualità.
Per le feste natalizie fate un salto da noi: siamo pronti ad accogliervi con tantissime proposte.

E tenete d’occhio il nostro sito www.ravafava.it e da li’ potrete iscrivervi alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornati.

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Il Natale vuole anche dire solidarietà

di Margherita Testoni di Prendiamoci Gusto

ASTI

Spesso sulle pagine di Vivere Sostenibile vengono proposti temi che mi stanno a cuore e che hanno davvero un impatto risolutivo sulle nostre vite. È vero anche che, purtroppo, presso i media ben più acclamati, questi temi vengano strumentalizzati o appaiono per certi versi asettici. Mi spiego: quando nominiamo la sostenibilità, talvolta lo facciamo per astrattismi, ci soffermiamo sulle energie, l’eolica o i solare, gli oneri che gli stati e le industrie hanno nei confronti del pianeta. Trattiamo di massimi sistemi senza notare alcun cambiamento.

Eppure il cambiamento c’è, e con esso la presa di coscienza di molti sul senso di unità che ci accomuna, sull’essere collegati e connessi. In questo contesto diventa, allora, sempre più importante agire concretamente per dare il proprio contributo a migliorare lo stato di felicità del mondo che ci ospita.

Se tutti iniziassimo a comportarci secondo un ideale ecologico, ovvero etico, salutistico e solidale, con rispetto verso tutte le creature, agendo con frugalità e consapevolezza, … forse potremmo davvero dare un’altra chance a questo pianeta ipersfruttato.

Ed è proprio seguendo questa ottica che Prendiamoci Gusto muove le proprie azioni, offrendo uno spazio a chi rispetta la natura, a chi rispetta il lavoro dell’uomo, a chi mette passione nel proprio lavoro, a chi non dimentica che la Terra è di tutti e che dovremo lasciarla ai nostri figli. Per il prossimo Natale abbiamo perciò pensato di proporre il “Natale solidale”:  ogni cliente che acquisterà le confezioni regalo di Natale preparate da Federica riceverà in omaggio degli alimenti che saranno devoluti a nome del cliente a famiglie in difficoltà. Saranno create pertanto le “cassette della solidarietà” composte  con ciò che i nostri clienti avranno scelto di condividere con chi in questo momento è meno fortunato.

Buon Natale solidale a tutti!

Per info e contatti: 

Prendiamoci Gusto, Corso XXV Aprile n 74/a. Asti.

Natale mandibolare

a cura del Dottor Mario Frusi

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CUNEO

Tra i nostri lettori, anche il più rispettoso (del pianeta, degli animali, delle regole di non-sfruttamento dei lavoratori, dell’etica in generale) non potrà esimersi dal festeggiare il periodo a cavallo fra i due anni con libagioni di vario genere. Lascio ad altri il compito di suggerire menu giusti, gustosi, salutari, volendo qui concentrarmi su un aspetto molto selettivo – e perlopiù trascurato – del nutrirsi.

L’articolazione temporo-mandibolare a prima vista sembrerebbe soltanto lo snodo ottimale per permettere la masticazione del cibo e l’emissione di suoni. Il concetto ovviamente NON è sbagliato bensì limitato. C’è uno stretto parallelismo fra la sua buona apertura-chiusura elastica e il benessere generale dell’organismo, spiegabile con una serie di considerazioni, alcune di natura meccanica altre di natura chimico-neurologica:

-La potente muscolatura che collega mascella (l’osso che accoglie i denti superiori) e mandibola (che sostiene quelli inferiori) riverbera il suo effetto meccanico lungo tutto il collo e, da qui, tutto il tronco. L’incitamento, comune a tutte le lingue e tutte le epoche, a “stringere i denti” suggerisce che il serramento mandibolare permetta di attingere a forze altrimenti sconosciute. Una delle possibili spiegazioni scientifiche di questo fenomeno si ricollega al piccolo muscolo pterigoideo interno (invisibile, nascosto com’è nella profondità della bocca e del cranio) che ha uno stretto collegamento funzionale con il trapezio del lato opposto: contraendo adeguatamente il primo si ottiene una potente pre-attivazione del secondo grazie alla quale si riesce a sostenere grandi sforzi, non solo fisici, mantenendo il buonumore.

-Il ritmo dell’articolazione trasmette un messaggio neurologico che attiva precocemente i centri cerebrali della sazietà, garantendo il non-abuso di cibo.

-La lunga permanenza del boccone in continuo movimento masticatorio permette lo sminuzzamento ottimale del cibo, ridotto in frammenti così piccoli da poter essere adeguatamente aggrediti dagli enzimi digestivi; stimola, in cascata neurologica riflessa, l’attività secretiva di stomaco, fegato e pancreas; innesca una risposta di movimentazione lungo tutto l’intestino, per predisporlo ad accogliere gli alimenti, digerirli e assimilarli; esalta il gusto dei cibi di buona qualità (mentre fa decadere rapidamente il gusto “industriale” prodotto da aromatizzanti chimici); conferma, in via chimica, il riflesso di sazietà indotto in via meccanica.

Buone feste a tutti, ma masticando!

Mario Frusi

Fido sotto l’albero

di Roberta Cestaro educatore cinofilo e operatore olistico

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TORTONA

Il Natale è ormai alle porte! E’ un periodo di gioia e entusiasmo anche per i nostri amici a quattro zampe attirati da luci colorate, addobbi e alberelli. Ricordiamoci però che potrebbero esserci dei pericoli nascosti… Ecco quindi alcuni consigli per trascorrere il periodo natalizio con maggior tranquillità!

Cibo: si sa che durante le feste si mangia di più, soprattutto dolci. Il nostro cane, con tutta probabilità, vorrà la sua parte cercando di ottenerla sfoderando le sue doti migliori. Non bisogna scendere a compromessi! Cioccolato, torte, torrone, uvetta e panettone sono dannosi per il nostro animale non dimentichiamolo;

Stella di Natale: questa pianta da sempre colora e arricchisce le tavole del 25 dicembre. Purtroppo, è anche una pianta estremamente tossica se ingerita dai cani. Può causare irritazioni delle mucose, vomito e diarrea, ma in ogni caso la pianta non è fatale. È meglio comunque riporre i vasi su mobili alti in modo che il nostro cane non possa raggiungerli;

Vischio: più pericoloso della stella di natale, l’ingestione delle bacche può causare lesioni del sistema nervoso e salivazione eccessiva. In caso di dubbia ingestione rivolgersi subito al veterinario.

Albero di Natale, decorazioni e luci: l’albero è da sempre addobbo principe del Natale, ma attenzione! Palline, addobbi e statuine del presepe attirano la curiosità del cane, che potrebbe pensare che siano dei giocattoli! Per l’albero meglio scegliere decorazioni in feltro o legno ed evitare quelle in vetro. Le lucine, invece, sono un pericolo costante: il cane potrebbe mordere i cavi e prendere la scossa. Per stare più tranquilli potremmo utilizzare dei copri cavi e soprattutto ricordiamoci sempre di staccare la spina dalla corrente quando lasciamo i nostri cani in casa da soli.

Regali sotto l’albero: con un cane in casa, è meglio non lasciare pacchi sotto l’albero. I colori, i fiocchi e la forma possono suscitare la voglia di giocarci. Ma se non vogliamo rinunciare ai pacchi sotto l’albero, meglio allora metterli in una cesta, magari su un ripiano e spostarla al sicuro quando si esce.

Parenti e amici: non tutti i cani sono felici di vedersi la casa invasa da persone. Ricordiamoci sempre di tutelare il nostro cane e di non metterlo in difficoltà! La sua casa dev’essere il suo spazio sicuro, lasciamo sempre che sia il nostro cane a decidere se avvicinarsi o meno alle persone e non obblighiamolo mai ad avere un contatto!

Buone feste a tutti!

Sapone fatto in casa, che passione!

di Stefania Rossini, blogger esperta in autoproduzione

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E’ bello ritagliarsi il tempo per fare i saponi  naturali per i propri cari e magari anche da regalare! Ecco una ricetta base che uso, con le dovute attenzioni, ormai da anni.

INGREDIENTI:
– 1000 gr olio di oliva (oppure 700 gr olio di oliva 300 gr olio di semi vegetali)
– 126 gr di soda caustica in scaglie o in granuli
– 300 gr acqua, io utilizzo quella del rubinetto (oppure 300 gr di tisana al sapore che volete per il vostro sapone!)
– 20 ml di olii essenziali per dare la profumazione a vostra scelta

Occorrente: guanti (quelli per lavare i piatti), occhiali di protezione, termometro per alimenti, minipimer a immersione, pentole capienti di acciaio inox, stampi anche di recupero, pellicola.
Fate molta, ma molta, ma proprio molta attenzione all’utilizzo della soda caustica, vi potreste fare seriamente male, arriva a temperature davvero alte! Prima di tutto fate il sapone quando sarete certe che per un pò di tempo sarete in casa da soli, o al massimo con qualche amico/a che è lì apposta solo per fare i saponi con voi, quindi super concentrato/a! Pesate perfettamente tutti gli ingredienti, acqua e olio compresi, vi accorgerete che un litro di olio non è un kg di olio!

In una pentola mettere l’acqua e piano, piano versarci dentro la quantità pesata di soda caustica (mai il contrario MAI cioè acqua nella soda, MAI!). Attenzione! La soda è altamente corrosiva, quindi tentate di non perdere scaglie in giro, richiudete immediatamente il sacchetto in modo ermetico appena pesato e usate sempre i guanti, magari anche gli occhiali di protezione. Per reazione chimica la temperatura dell’acqua si alzerà tantissimo subito! Mescolare pianissimo con cucchiaio di acciaio, facendo sciogliere tutta la soda e mettete in un angolo a fare raffreddare fino alla temperatura di 45° (circa 15 minuti), nel frattempo scaldate i grassi fino a 45° (la temperatura la misurerete con un termometro per alimenti) anche in questo caso ci vorrà davvero poco. Quando i due liquidi nei due tegami diversi avranno raggiunto i 45° versate l’acqua con la soda sciolta nei grassi scaldati, togliete dal fuoco e con un minipimer frullate bene tenendo l’attrezzo in fondo alla pentola e non in superficie perché rischierebbe di fare schizzi e vi scottereste: il sapone è ancora caustico quindi ancora molto pericoloso! Fate girare bene fin quando noterete che in superficie si formerà il cosiddetto nastro cioè tipo delle grinze, quasi una pellicina, come una striscia che l’attrezzo lascia dietro di sé. Io a questo punto per sicurezza faccio girare ancora per qualche secondo poi aggiungo eventuali olii essenziali oppure fiori di piante officinali, insomma personalizzatelo a piacere, poi versate il tutto nei comodi stampini di silicone (da utilizzare solo per il sapone), oppure in contenitori trovati in casa: vaschetta della ricotta o dello yogurt (importante che siano in plastica e che sappiate che poi andranno persi) molti usano il tetrapac del latte tagliato in lungo sul lato corto, oppure cassettine di legno rivestite di pellicola. Coprite tutto con pellicola trasparente e mettete in luogo fresco al riparo da eventuali animali e bimbi (tipicamente sopra un armadio!). Dopo 2 -3 giorni togliete la pellicola e gli stampini. Potete ora tagliare gli stampi più grandi in fette che asciugheranno prima e di certo saranno più pratiche da maneggiare. Il sapone dovrà così stagionare per minimo altre 4 settimane, in questo periodo se lo maneggiate utilizzate sempre i guanti, mai a mani nude perché è ancora caustico, quindi pericoloso. Trascorso questo periodo sarà ottimo per le vostre docce, e non solo! Oppure confezionato sarà un ottimo regalo, molto appezzato e sicuramente non omologato!

I fiori di carta: Bellezza e Arte fai da te

Seconda parte

di Luisa Ferraro

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Acqui Terme

Per approfondire la propria esperienza nel campo dei fiori artificiali ci sono corsi di perfezionamento, fiere di settore, riviste specializzate. “La prima occasione, rischiosa e irripetibile, per presentare le mie creazioni” – precisa Daniela – “e’ stata la cerimonia del mio matrimonio”. Effettivamente il wedding nostrano si sta ispirando a queste decorazioni floreali, spesso in carta ecologica, originali e riciclabili di chiara ispirazione Usa, la madrina di questo genere di addobbi che il web porta velocemente aldiqua dell’Oceano. “Il bouquet può essere un magnifico oversize, il cuscino portafedi, un romantico cuore di boccioli, il centrotavola coreografico, una palla di roselline con steli che si allungano sul tavolo, la boutonniere dello sposo un fiore di carta coordinato con il colore dell’abito della sposa”.

Tutto l’allestimento della location assume cosi un’allure spiritosa e di grande effetto per un giorno unico e inimitabile. I fiori più grandi richiedono un assebblaggio con colla a caldo e supporti di polistirolo, cartone, stecchi di legno e barrette di filo di ferro rivestite di carta, mentre per i fiori più piccoli è stata usata colla vinilica. Daniela oggi lavora in casa, ma coltiva il progetto di un laboratorio artigianale dove tenere corsi per adulti e bambini e avere lo spazio per grandi realizzazioni destinate a matrimoni e cerimonie di vario tipo, come i Paper Giant Flowers, fiori giganti, l’ultima moda per allestire vetrine nei negozi di tendenza. “C’è un’esperienza che mi ha commosso in modo particolare” – conclude l’artista – “l’incontro con donne della Terza Età che si sono entusiasmate a tagliare carta e realizzare fiori come a scuola nell’ora di Economia Domestica”.

Sorprendente Daniela, che realizza i suoi sogni anche un po’ per noi.

Giovedi 8 Dicembre Pranzo Vegan al Bio Agriturismo Tenuta Antica

a cura della redazione

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Ecco l’ultimo appuntamento con la cucina naturale e etica al Bio Agriturismo Tenuta Antica con un pranzo dedicato all’autunno dove le verdure stagionali saranno protaganiste con i loro intensi sapori e colori.

“Nella preparazione del menù”, dice Maria Pia Lottini, “abbiamo pensato di dare qualche idea per le feste natalizie e di condividere
la nostra esperienza dando la possibilità di partecipare durante la mattina alla preparazione di alcuni piatti.”

Dalle 9.30 alle 12.30 ci sarà quindi una vera e propria sessione di cucina vegan, dove si avrà modo di apprendere i segreti della preparazione
delle salse (maionese, tartara),  degli impasti speciali ( pasta frolla e pasta brisè) e della cottura dei legumi (ceci, lenticchie) previsti nel menù.
Il Bio Agriturismo «Tenuta Antica» offre dal 2004 servizio di pernottamento con colazione ( anche per famiglie e diversamente abili) e dal 2007 il servizio di ristorazione con cucina casalinga in bellissime sale con pietra di Langa. La cucina propone piatti tradizionali, vegetariani, vegan e senza glutine (sono un locale informato AIC) utilizzando prodotti naturali, locali e biologici. Sono produttori di vino (Barbera, Dolcetto e Pinot Nero), nocciole, frutta e verdura il tutto coltivato seguendo l’agricoltura biologica e sinergica. Molte le attività per il tempo libero: gite a cavallo presso i maneggi della zona, passeggiate a piedi o in mountain bike sulle colline, visite ai vigneti biologici e alle cantina, degustazioni di vino e prodotti tipici.

Per informazioni: 

Maria Pia Lottini – Bio Agriturismo Tenuta Antica, Regione Busdone 2, Cessole 0144-80113, 

http://www.tenuta-antica.com,

 info@tenuta-antica.com.

UN SOGNO, UNA REALTà, seconda parte

di Daniela Tripodi

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Il nostro territorio offre la possibilità di visionare alcune realizzazioni di arredo urbano: come la panchina a spirale presente a Quattordio (AL) nel parco pubblico in via della Memoria; a Vignale Monferrato (AL), presso due abitazioni private, si trova una panchina ed un muro di recinzione; a Pontestura (AL) una giardiniera. In Abruzzo è stata ultimata una una cupola ogivale di 2 metri di diametro che verrà utilizzata come piccola camera da letto per I volontari che parteciperanno ad un progetto di autosostenibilità in una fattoria in provincia di Chieti. Ma è soprattutto all’estero che è possibile visionare delle costruzioni abitative alle quali Davide ha partecipato con entusiasmo e voglia d’imparare: In California all’interno del “Cal-Earth Institute” è stata costruita una cupola di 12 ,mq che funge da dormitorio per gli studenti; a Mornag (Tunisia) Davide si è cimentato nella costruzione di una cupola che serve come ricovero per animali; in Kosovo,Kequekolle, all’interno di un progetto per la costruzione di un eco villaggio si è proceduto con la costruzione di una micro-abitazione costituita da una doppia cupola, la prima di 2,5 m di diametro e la seconda di 2 m.

La necessità che oggi sempre più si palesa è quella che una strada nuova è possibile ed auspicabile.

Noi lasciamo il lettore alle sue considerazioni fornendogli alcuni dati che riteniamo importanti: in California è stata costruita una casetta, “Eco-dome”, di 40 mq con soli 5000 dollari (somma necessaria per la sola struttura realizzata attraverso l’ausilio di volontari).

In Spagna invece è stata costruita un’abitazione in massone, terra argillosa e paglia, di 35 mq con 7000 euro (di cui 6000 per il materiale e 1000 per pagare il vitto dei volontari). L’abitazione rifinita: con tubature, sistema elettrico e infissi è venuta a costare complessivamente 10.000 euro.

E’ importante in questa sede non creare falsi miti, purtroppo ad oggi vi è un vuoto normativo: tra i materiali edili (acciaio, cemento armato, mattone etc..) la terra non è presente. La difficoltà, per questo materiale,sta proprio nel definire delle caratteristiche standard; a oggi in Italia è quindi possibile effettuare costruzioni, con la tecnica superadobe, solo se vi è una struttura portante di altro materiale (ad esempio il legno che è normato) questo anche se, fin dall’antichità, la terra è protagonista e fonte di vita.

per saperne di più

videterra.org

Proviamo a far chiarezza sul glifosato

di Linda Maggiori

pesticidiNel marzo 2015 la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), organo di riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha valutato la cancerogenicità del glifosate classificandolo come cancerogeno probabile (2A), conclusione diversa da quella dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (la Efsa) e più recentemente da un panel di esperti di OMS e FAO, secondo cui è “improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l’uomo”. Conclusioni su cui però grava il sospetto di conflitti di interessi, visto che membri del panel sono legati all’International Life Sciences Institute (ILSI), ente no profit finanziato da numerose aziende chimiche, farmaceutiche e dell’agroalimentare. Si attende per il 2017 la valutazione dell’ECHA,l’Agenzia Ue per le sostanze chimiche.

L’autorizzazione alla vendita del glifosato era scaduta dal 2012, da allora rinnovata per ben due volte. A fine giugno scadrebbe per l’ennesima volta: la Commissione europea (e le lobbies dell’agrochimica), lottano contro il tempo per un ulteriore rinnovo. Ma grazie alle pressioni ambientaliste, alla mobilitazione della società civile, all’opposizione di partiti politici e stati membri, in prima fila Italia e Francia, l’indiscusso strapotere del “modello Monsanto” ha cominciato a vacillare.

Così il 6 giugno la Commissione europea ha chiesto agli stati membri un rinnovo di “soli” 18 mesi (dai 15 anni iniziali). Proposta bocciata: molti paesi membri si sono astenuti, tra cui Italia, Francia e Germania, facendo fallire l’accordo. Secondo la procedura l’esecutivo dell’Ue ora può ricorrere ad un comitato d’appello chiedendo una nuova votazione e, in caso di un ulteriore stallo, decidere autonomamente. Ma viste le tante opposizioni la decisione non è per nulla scontata.

Ma da dove viene il Glifosate e cosa provoca nell’ambiente? Il glifosate è finora il diserbante più utilizzato al mondo, non solo in agricoltura, ma anche in ambito urbano, per usi domestici e industriali, lungo le strade e lungo le ferrovie. Il glifosate fu brevettato come erbicida dalla Monsanto Company nel 1974: presentato come una sostanza rapidamente biodegradabile e non tossica, è invece ampiamente diffuso nell’ambiente insieme al suo metabolita Ampa. Il glifosate altera gli ecosistemi con cui entra in contatto e compromette la stabilità dei terreni, riduce la biodiversità e contribuisce in modo determinante al dissesto idrogeologico. Con l’utilizzo di quantità sempre più elevate dell’erbicida stanno comparendo specie erbacee sempre più resistenti. Le alternative ecologiche ci sono: sfalcio e pirodiserbo, sempre più adottate anche dalle amministrazioni comunali (protocollo biohabitat – http://www.bio-habitat.com).

Ma non c’è solo il glifosate.  Il rapporto Ispra sul bienno 2013-2014 ci dice che nei fiumi sono state trovate 365 tipi di sostanze e non esiste una valutazione complessiva del rischio per le miscele.

Tanti obiettano: come sfamare la popolazione mondiale, senza l’uso dei pesticidi e della chimica? Non è vero che i campi coltivati in modo bio danno raccolti inferiori, specialmente nelle regioni più povere. I casi documentati, dal Senegal al Brasile, mostrano che la qualità dei suoli e dei raccolti migliora, e la biodiversità è preservata. D’altra parte, è la grande distribuzione organizzata che causa il più grande spreco di cibo che si sia mai visto nella storia dell’umanità.

Quindi acquistiamo locale, evitiamo lo spreco di cibo, premiamo i produttori coraggiosi che ricorrono a metodi di agricoltura rispettosi dell’ambiente, acquistando nei mercati diretti o tramite i Gas (gruppi di acquisto solidale).